Con il covid niente viaggi e niente vacanze. Che fare con i soldi risparmiati? Comprare diamanti? Molti lo fanno ma non conviene.
“Un diamante è per sempre” dice la famosa pubblicità. “Per sempre” nel senso che se compri un diamante ti resterà sul groppone per sempre non riuscirai mai a rivenderlo a meno che non tu non sia disposto a svenderlo. Molti però cadono nella trappola. Raccontiamo quello che sta succedendo.
I diamanti, cantava Marylin Monroe nel film Gli uomini preferiscono le bionde, sono i migliori amici delle donne: era il 1953, un’epoca politicamente scorretta. Oggi quel ritornello si potrebbe aggiornare: i diamanti sono diventatati “i migliori amici” di chi ha soldi da spendere al tempo della pandemia. Le restrizioni imposte dal Covid impediscono infatti di investire in altri generi di “lusso”, come i viaggi o le cene al ristorante, con il risultato che gli acquisti di brillanti stanno vivendo un autentico boom. Certo molti hanno perso il lavoro e persino chiuso l’attività. Per altri è stata un’occasione di guadagni, per una buona fascia, quelli col lavoro assicurato anche in lockdown, è stato un’occasione di risparmio.
L’agenzia di stampa finanziaria Bloomberg racconta che l’azienda mineraria De Beers, numero uno del settore, si appresta ad avere il maggior fatturato degli ultimi tre anni dalla vendita di diamanti grezzi. Nella città indiana di Surat, capitale mondiale del taglio e della pulizia dei diamanti, i cacciatori di teste offrono ai migliori tagliatori contratti con aumenti del salario del 50 per cento e benefit extra come vitto e alloggio gratuiti.
Chiusi in casa e con meno tentazioni, commenta Bloomberg, i consumatori stanno facendo ruggire l’industria globale delle pietre preziose come non accadeva da tempo. Chi non ha perso lavoro, e magari ha continuato a farlo in remoto da casa, risparmiando pure sulle spese di trasporto, si ritrova con un capitale grande o piccolo da utilizzare: regalare una gemma, o regalarsela, rappresenta anche un investimento sicuro in un periodo di incertezza, perché un diamante, come ricorda un celebre slogan, è per sempre. E non è necessario spendere una fortuna per infilarne uno al dito: se non proprio per il prezzo di una cena, lo si può certo comprare al posto di un pacchetto vacanze. A guidare il rinnovato interesse per i gioielli sono, come in altri campi, gli acquisti online: raddoppiati nel 2020 per i diamanti, di cui ora rappresentano il 20 per cento degli acquisti totali. A guadagnarci sono un po’ tutti i componenti di questa industria: le società minerarie che li estraggono grezzi, i mediatori che li tagliano e li puliscono, le grandi firme e le catene di gioiellerie. Negli Stati Uniti, maggiore mercato mondiale dei diamanti, la Signet Jewelers ha riportato un aumento vicino all’8 per cento delle vendite nel periodo natalizio. Risultati ancora migliori in Cina, il secondo mercato del mondo, dove il rivenditore Chow Tai Fook ha avuto un incremento del 18 per cento nell’ultimo trimestre
Nello scorso anno. L’India, dove il 90 per cento dei diamanti viene tagliato e pulito, ne ha importati per 2 miliardi di dollari soltanto in dicembre per rispondere alla domanda. E davanti alla domanda che sale, De Beers e Alrosa hanno aumentato i prezzi, senza che questo provocasse flessioni in un settore con un giro d’affari intorno a 80 miliardi di dollari l’anno. Gli esperti dicono che il boom non può durare: quando sarà passata la pandemia e tornerà a farsi sentire la concorrenza di altri beni di consumo, la gente ricomincerà a spendere per viaggi, vestiti, ristoranti, facendo calare le vendite di preziosi. A quel punto i diamanti torne-ranno a essere, come cantava con una punta di sarcasmo Marylin, “a girl best friend”.