cultura  cancellata

Cultura della cancellazione. È arrivato il momento di mettere mano al revolver.

Ma in quale abisso ci porterà l’idiozia criminale che cancella ogni cultura e ogni passato, da Omero a John Travolta, passando pure per l’Amen.

Cominciamo a spiegare la storia dell’Amen, sembra un barzelletta ma non lo è. Quell’amen che si dice alla fine delle preghiere in latino. In Italia è stato sostituito da “così sia” che traduce bene la parola “amen” che, tra l’altro è ebraica e non latina. In America alla fine delle preghiere in inglese usano ancora dire “amen”. Che viene pronunciato in una maniera che suona circa: “hey man”. A questo punto capirete che quel “man” può essere interpretato come la parola inglese “man” che vuol dire “uomo”.

Un idiota di deputato democratico del Missouri un certo Emanuel Cleaver alla fine di una preghiera recitata al Congresso USA dopo aver detto il rituale amen (pronunciato “hey man”) ha aggiunto : “awoman” (woman in inglese vuol dire donna). Nella sua mente bacata è una questione di uguaglianza uomo-donna. Se si trattasse di una di quelle stupidaggini dette dai casi umani al potere potremmo chiuderla con una risata. I problema è che questa è la punta dell’iceberg, l’onda lieve che preannuncia uno tsunami di cazzate.Sarebbe facile indignarsi, inveire, scandalizzarsi e anche deridere quest’onda globale che parte dagli States ma arriva, eccome, pure in Europa. Ma dopo che ci siamo sfogati con una bella sequela di insulti, ci resta la magra consolazione di essere migliori di questa onda demente.

Facciamo altri esempi:

Abbiamo letto di quei movimenti, soprattutto USA, che vogliono abbattere statue di personaggi storici del calibro di Cristoforo Colombo o George Washington colpevoli di aver assecondato lo schiavismo ed altre malefatte. Con questo criterio non potremmo salvare nessuno di tutta la Storia dell’antica Roma e dovremmo abbattere monumenti come la colonna Traiana o il Colosseo. In effetti è quello che hanno fatto i Talebani nei territori che sono riusciti a controllare anche per brevi periodi. Distruggere tutto ciò che non è conforme alla loro, odierna, visione del mondo come le straordinarie statue Buddha di Bamiyan distrutte a cannonate.Come se non bastassero i monumenti antichi l’ondata puritana a cominciato a travolgere persone facendo le pulci a ciò che hanno postato in rete anni prima.Si vuole "cancellare la cultura…." A scelta tra cultura razziale, di genere, omofobica etc. Temiamo che l’elenco possa essere infinito.

Per elencare solo alcune delle storie delle ultime settimane: il giornalista di lunga data del New York Times Donald McNeil è stato licenziato per aver citato un insulto razziale in conversazione con alcuni studenti. Sei libri per bambini del Dr. Seuss, dopo quaranta anni di continue ristampe, non saranno ripubblicati dal loro editore perché un comitato consultivo segnalava immagini razziste al loro interno.L’editore entrante, capo di Teen Vogue si è trovato sulla graticola per aver twittato innocui commenti anti-asiatici 10 anni fa, quando era un'adolescente.

Cancel culture: cancellazione della cultura

Proviamo a chiederci invece dove nasce questa cancel culture, con la preghiera di non tradurre “cultura della cancellazione”, come solitamente si fa, ma al contrario, “cancellazione della cultura”. Non ci può essere alcuna cultura dietro la pretesa di cancellare autori, pensieri e linguaggi. La cultura cancellata è a ogni livello e latitudine, se colpisce da Shakespeare a Fausto Leali (cantava una canzone che si intitolava “Angeli negri”, da Omero a Homer Simpson. Tra i molti personaggi dei Simpson ce ne è uno di colore che è sempre stato doppiato da un attore bianco. Dopo trent’anni di onorato servizio lo hanno licenziato perché per doppiare un negro ci vuole un attore negro (la parola è intenzionale perché non ci inchiniamo a questa idiozia).

Come ci insegna il nostro maestro Carlo M. Cipolla la stupidità è sempre stata maggioritaria sul pianeta, ma diventa inquietante quando si fa potere, esprime “lo spirito del tempo” e quando a professarla e veicolarla non sono poveri analfabeti della plebe ma classi dominanti. Diventa preoccupante se i suoi sostenitori sono accademici come il professor Heather Lavine che insegna nella High School di Lawrence, o come l’insegnante antirazzista Lorena German, come il deputato democratico Emanuel Cleaver che inveisce contro l’Amen, e addirittura presidenti dem della Camera Usa come Nancy Pelosi che vorrebbe eliminare parole come “padre, madre, figlio, figlia etc..” per sostituirle con parole neutre dal punto di vista del genere. Meloni & Salvini farebbero salti di gioia e la loro propaganda sulla questione Genitore 1 e Genitore 2 andrebbe alle stelle. Laura Boldrini con la sua pretesa di modificare molte parole al femminile ha fatto molti danni, e non solo alla lingua italiana.

C’è un nesso tra le idiozie

Ma la domanda che resta inevasa è : dove nasce la cancel culture, qual è il dispositivo mentale, ideologico, neuropsichiatrico che la induce a cancellare autori classici ritenuti sconvenienti, espressioni linguistiche comuni o liturgiche, giù fino agli usi della vita quotidiana, sportiva, perfino filmetti come Grease? Ci sono precedenti? C’è un nesso tra le idiozie poc’anzi segnalate e le precedenti epurazioni di culture e civiltà?

Per non inseguire la barbarie lungo i millenni, e risalire ad Attila, al fanatismo cristiano e musulmano che nei secoli voleva cancellare le vestigia pagane o delle altre religioni, fino agli orrori delle guerre mondiali, proviamo a limitare lo sguardo all’arco temporale della nostra vita. E infine, l’idiozia moralista del politically correct oggi imperante, che cancella tutto quanto non rientra nei suoi paradigmi su gender, razze, sessi, linguaggi.

Politically correct - ecco l'origine del male

Ci sono tante forme di “cancel culture”, la più perfida è forse il linguaggio politicamente corretto. È forse la meno cruenta ma la più subdola, perché viene praticata nel nome della democrazia e dei diritti umani. Paradossalmente la salvezza di autori è risparmiata solo dalla grande ignoranza di coloro che predicano il politicamente corretto. Se davvero sapessero cosa hanno sostenuto nel corso della loro vita e nelle loro opere tanti pensatori, artisti, scienziati, condottieri, perfino santi e martiri, oggi sarebbero cancellati pure loro. Idem, autori insospettabili, tutt’altro che reazionari, come Voltaire, Marx e Gramsci, per citare alla rinfusa qualcuno.

La pretesa di guardare a opere e comportamenti del passato con gli occhi del presente è talmente stupida che ci porterebbe a cancellare autori di importanza straordinaria. Non solo cancellerebbe “Via col vento” per come fa parlare i negri ma vieterebbe Mozart (aveva una moglie di 15 anni).

Ma l'ondata di censura non sta facendo danni solo nel mondo del giornalismo, dei media e dell'editoria. Sta anche lasciando segni duraturi sui programmi di studio di scuole di ogni ordine e grado.

Come spiegare questa selvaggia proliferazione? Da dove viene questo desiderio di censura? Dove potrebbe andare? Non ci mancano le spiegazioni. Prende facilmente piede in America dove il puritanesimo religioso e la caccia alle streghe hanno radici profonde che risalgono ai padri fondatori. In Europa l’epoca delle ideologie fanatiche è terminata ma le radici sono quelle.

P.C.

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