lgbt  sesso

Quasi tutti capiscono LGBT. Poi le sigle si fanno più complesse e ci sono quelli che vogliono complicarle ulteriormente. Cerchiamo di spiegare questo casino di sigle e di acronimi. Ecco quello che abbiamo capito

L'acronimo LGBT è ormai entrato nel dibattito mediatico e oggi è spesso utilizzato con una certa approssimazione, ma anche a capocchia, da chi a volte non sa esattamente cosa significhi. È una storia recente fatta di grandi discussioni e graduali cambiamenti, e che non è ancora finita: racconta un pezzo di quello che è stato il movimento per i diritti civili negli ultimi trent'anni. Nel tempo, all'acronimo originale LGBT sono state aggiunte altre lettere, che indicavano altri orientamenti sessuali e altre identità di genere. Ciò è stato reso possibile dal progresso degli studi di genere su come le identità femminili e maschili si sono costruite nel tempo, nella storia e nella cultura - e con il diffondersi di una maggiore sensibilità su questi temi.

C'è un grande dibattito, noi ci tiriamo fuori, su quale sia l'abbreviazione migliore da usare oggi, e sebbene la versione più accettata rimanga quella iniziale di quattro lettere, è comune imbattersi in diverse varianti. Le prime quattro lettere LGBT di solito si riferiscono a persone lesbiche (L), gay (G) , bisessuali (B), e transgender (T), cioè che si identificano con un genere diverso da quello del sesso di nascita.

Da tempo ormai le diverse definizioni di sesso (cioè quella determinata dalle caratteristiche anatomiche) e genere (cioè quella determinata dalla percezione che ciascuno ha di sé) sono accettate in molti campi.

La questione della “percezione di se” in realtà è un po’ complicata. Per capirci: un tizio in Argentina ha chiesto al municipio di diventare donna visto che, anche se era nato con il sesso maschile, si sentiva donna. Ottenuta la nuova identità femminile ha chiesto di andare in pensione a 60 anni come la legge prevede per le donne e non a 65 anni come è previsto per gli uomini. Bel casino.

Non parliamo poi di quegli uomini che, sentendosi donne, vogliono gareggiare negli sport femminili ed ovviamente stravincono. Scriveremo un articolo a parte su questo.

In America pare ci sia un problema ulteriore. Un migliaio di detenuti che sono biologicamente uomini ma si sentono donne vogliono essere trasferiti nel carcere femminile. Possiamo immaginarci che tipo di vessazioni e molestie subiscano da parte dei detenuti uomini. D'altronde le detenute donne non sono per nulla contente di avere come compagne di cella queste persone che, per loro, sono uomini. Come risolvere la questione? Noi non abbiamo una risposta ma almeno abbiamo capito la domanda.

Transessuale è rimasto generalmente associato a coloro che subiscono un intervento chirurgico per la riassegnazione del sesso, ma sono solo una parte delle persone che si identificano con un genere diverso. Trasgender li include tutti, ed è quindi considerato più corretto e inclusivo. Le prime occorrenze della sigla LGBT risalgono agli Stati Uniti negli anni '80, ma l'acronimo si è diffuso dagli anni '90. Nasce per tenere insieme una comunità molto eterogenea, e questo è stato visto da molti come un problema. Tra gli attivisti LGBT c'è stato un lungo dibattito, e in realtà si discute ancora, se avesse senso combinare rivendicazioni sociali legate all'orientamento sessuale con quelle relative all'identità di genere. Altri sostenevano che una simile etichetta ombrello perpetuasse lo stereotipo secondo cui le persone non eterosessuali o cisgender erano genericamente "diverse" (mentre insistevano a chiedere l'uguaglianza). Nonostante il vivace e talvolta aspro dibattito che ne ha accompagnato la genesi, l'abbreviazione LGBT divenne ben presto molto popolare e utilizzata, spesso accompagnata dalla bandiera arcobaleno. In parte ha sostituito i termini utilizzati in precedenza, come omosessuale e lesbica, e soprattutto l'espressione "comunità gay", definizione che non rappresentava una buona parte delle persone che effettivamente ne facevano parte. A partire dal 1996, LGBT ha iniziato ad aggiungere la lettera Q per "queer" (che potremmo tradurre come strano/trasversale) . È un termine che nel Novecento è stato utilizzato per lungo tempo con una connotazione dispregiativa, ma che è stato poi rivendicato e adottato dalla comunità LGBT. Negli anni '90 il queer veniva proposto come alternativa all'acronimo LGBT - All'inizio, quindi, queer era un termine che portava un significato politico radicale e "ribelle". Oggi queer - che letteralmente significa "eccentrico" è usato principalmente da coloro che non si riconoscono nelle definizioni tradizionali usate per gli orientamenti sessuali e le identità di genere, che vogliono mettere in discussione anche da un punto di vista politico.

C'è anche chi sostiene che la Q debba significare “questioning” che si traduce come “mettere in discussione", cioè deve definire quelle persone che non sono ancora sicure del proprio orientamento sessuale o della propria identità di genere.

Oltre alla Q per queer, la I per intersessuale viene ora spesso aggiunta all'acronimo LGBT, ovvero una persona con caratteristiche fisiche diverse da quelle tradizionalmente associate a maschi e femmine. La scienza riconosce circa 40 diverse variazioni che rientrano nell'intersessualità: non tutte sono congenite e possono manifestarsi nelle caratteristiche biologiche di entrambi i sessi, o nessuno dei due.

Le persone intersessuali sono spesso associate alla comunità LGBT, anche se di per sé l'intersex è una condizione fisica che può benissimo coincidere con l'eterosessualità e la cisessualità (ovvero identificarsi con il genere corrispondente al proprio sesso biologico di nascita). Si, cisessualità vuol dire che sei quello che sei. Se vi siete un po’ persi abbiate pazienza, non siete gli unici.

Alcuni studi hanno scoperto che le persone intersessuali sono in leggera maggioranza omosessuali. LGBTQI è quindi la versione estesa di LGBT. Negli ultimi anni si è assistito ad un acceso dibattito tra coloro che chiedevano l'aggiunta di altre lettere per rappresentare altri orientamenti sessuali nell'acronimo. Il primo è la A per asessuale, cioè una persona che non prova attrazione sessuale per nessun genere (si discute se si tratti di un orientamento sessuale o piuttosto di una mancanza di orientamento sessuale).

Secondo altre interpretazioni la discussione è molto aperta - C'è poi la P per pansessuale, termine spesso confuso con bisessuale anche se non sempre è sovrapponibile. Bisessuale è una persona attratta da persone di più generi: maschi e femmine, ad esempio, ma anche persone non binarie, cioè che non si identificano come maschio o femmina, ma con entrambi i sessi, con nessuno dei due o con in parte con uno e in parte con l'altro. Una persona pansessuale prova attrazione indipendentemente dal sesso, e quindi per tutti i sessi.

LGBTQIAP non è però la versione più estesa e definitiva della sigla LGBT: negli ultimi anni alcuni attivisti e attivisti hanno chiesto l'aggiunta di altre lettere, anche se ovviamente ogni lettera aggiunta rende più difficile la comprensione, l'utilizzo e la diffusione della sigla, compromettendone gli obiettivi. Pertanto, queste proposte non sono state sempre ben accolte e in molti casi il dibattito è ancora in corso. Spesso, per evitare di escludere determinati orientamenti o identità di genere dall'acronimo, viene utilizzato LGBTQ +, o talvolta LGBTQI +.

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