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Biden: il suo passato ci dice cosa farà in futuro? Non è una bella prospettiva.

Siamo contenti che Biden abbia battuto Trump ma ora basta santificarlo e cominciamo a preoccuparci. A guardare il suo passato i motivi non mancano. Ne elenchiamo alcuni. Il vecchietto è in politica da quasi cinquanta anni, sempre ad alto livello. La prima volta che è stato eletto al Senato aveva 31 anni ed era il 1973, la guerra del Vietnam era ancora in corso ed a capo del governo italiano c’era Mariano Rumor.

Siamo contenti che Biden abbia battuto Trump così la valigetta con i codici nucleari non è più nelle mani di un sociopatico ma non c’è da essere proprio contenti. Biden è entrato nel Senato USA il 3 Gennaio 1973. In Spagna c’era ancora Franco, in Grecia comandavano i colonnelli ed in Cile il presidente era ancora Salvador Allende. Sembra preistoria. Il Professor Cipolla ha inviato i suoi segugi a guardare negli armadi di Biden alla ricerca di scheletri:

Senatore del Delaware il primo paradiso fiscale

Il Delaware è uno stato piccolissimo, ha gli stessi abitanti della provincia di Verona ma migliaia di grandi corporation hanno la sede fiscale in Delaware perché da sempre ha una legislazione che consente di eludere il pagamento delle tasse. Tutto legale beninteso. In Europa abbiamo una cosa simile nel Lussemburgo. La lista di aziende con sede in Lussemburgo è impressionante, faremo un articolo a parte, per ora citiamo a titolo di esempio la holding Inter Ikea Systems, che detiene i diritti del marchio Ikea e che ha sede in Lussemburgo, nel 2010 ha pagato solo 48 mila euro di tasse, su un profitto di oltre 2 miliardi e mezzo di euro: un’aliquota effettiva dello 0,0018 %. Quando hanno eletto Junker (ex presidente del Lussemburgo) come Presidente della Commissione Europea abbiamo capito che le grandi corporation non avrebbero pagato un euro di tasse in Europa. Facile previsione. Cosa dobbiamo pensare ora che hanno eletto il Senatore storico del Delaware come Presidente degli Stati Uniti? Insomma il Delaware è il Lussemburgo d’America. State preoccupati.

Biden: "Ho votato per entrare in Iraq, e voterei per farlo di nuovo".

Ora sappiamo che il presidente Bush e Tony Blair mentivano sapendo di mentire quando parlavano di armi di distruzione di massa nelle mani di Saddam Hussein e che era tutto una scusa per andare a prendersi il petrolio. Non ci preoccupa il fatto che Biden abbia votato a favore della guerra, ci avevamo creduto in tanti alle balle di Bush & Blair. Ci preoccupa che dopo un milione di morti e nessuna arma di distruzione di massa trovata Biden dica : “… e voterei per farlo di nuovo". State preoccupati che è meglio.

Crisi economica del 2008

Biden ha votato a favore della legge Gramm-Leach-Bliley dell’epoca Clinton che ha revocato le restrizioni, in atto dai tempi della Grande Depressione, sulle banche commerciali e di investimento. Molti economisti affermano che questa legge è la vera causa della crisi finanziaria del 2008. Nel 2016, Biden ha definito il suo sostegno al disegno di legge "il peggior voto" che abbia mai espresso nella sua carriera al Senato. State speranzosi ma non troppo.

Diseguaglianze.

Tutti sappiamo la storia dell’1% che possiede oltra la metà delle ricchezze al punto di bloccare lo sviluppo economico. Cosa pensa Biden sull’argomento: "Non credo che 500 miliardari siano la ragione per cui siamo nei guai. La gente al vertice non è male ragazzi.

Biden pensa che i miliardari siano patriottici tanto quanto i più poveri della nazione. “Ragazzi, i ricchi sono patriottici quanto i poveri. So che a Bernie [Sanders] non piace che lo dica, ma lo sono ", ha detto Biden a una folla dell'Alabama mentre dibatteva con il senatore democratico Doug Jones nel 2018. Altro che stare preoccupati, qui bisognerebbe cominciare ad incazzarsi.

Riprendiamo dalla molto autorevole e stimata (da noi) rivista “The Atlantic”

“Con l’inizio del mandato di Biden presagiamo un ritorno alla tipica disonestà presidenziale, senza il culto della personalità che ha definito l'era Trump. Le bugie presidenziali erano distruttive molto prima che Trump apparisse, quindi la stampa e il pubblico dovrebbero resistere alla tentazione di presumere che l'amministrazione Biden sarà sempre di un livello adeguato, o che le sue disonestà possono essere date per scontate perché il predecessore di Joe Biden ha usato la menzogna con larghezza. Ci saranno momenti in cui l'interesse pubblico è in conflitto con l'interesse politico della Casa Bianca e durante alcuni di questi momenti il ​​presidente mentirà. Tutti i presidenti lo fanno. Adam Serwer TheAtlantic.com

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