The Hunt, un film di serie B da vedere per capire la metà dell’America che ama Trump. Le èlite liberal uccidono i "deplorabili" per divertimento.
Come si fa a recensire The Hunt? Un film horror splatter che avrebbe normalmente attirato poca attenzione oltre i fan del genere e una manciata di critici. Ma in America ha fatto tanto rumore. È disponibile su Sky ed altre piattaforme. Consigliamo di vederlo. Piuttosto che annoiarsi con un ponderoso saggio di antropologia è meglio guardare questo film e magari si capisce qualcosa di quella metà di America che ama Trump ed è poco rappresentata nel cinema.
The Hunt (La Caccia), diretto da Craig Zobel e scritto da Nick Cuse e Damon Lindelof (mi segno questi nomi), a prima vista sembra una provocazione : un personaggio fa riferimento a "lo stronzo in capo", un altro parla di "massacrare una dozzina di deplorabili" ( riferimento a Hillary Clinton a proposito di seguaci di Trump definiti come: "gruppo di deplorabili" ).
Il contesto di questa battuta diventa chiaro quando la storia inizia: 12 persone si svegliano, imbavagliate e confuse, nel bosco mentre un misterioso contenitore si trova lì vicino, pieno di armi. Capiscono subito che sono le vittime designate di un gruppo di èlite che per divertirsi ha selezionato e rapito una dozzina di bifolchi (redneck) e la caccia comincia. Le vittime erano state selezionate in base ai post anti-èlite postati sui social.
La violenza è gratuita anche se da cartone animato: una donna viene colpita, impalata e poi fatta a pezzi. Le morti sono spesso rapide sorprendenti; i personaggi sono stereotipi di una riga - donna rurale del Wyoming, rapper bianco della Florida, Staten Islander che ama le pistole e vengono scelti uno per uno. La metà dei deplorabili sono veterani di Irak e Afganistan, bacino in cui la destra USA pesca a piene mani. La più combattiva è Crystal (Betty Gilpin), una Barbie girl che somiglia proprio a Ivanka Trump ma molto meno levigata; anche lei reduce di guerra come Rambo. Tutti i deplorabili, non solo i reduci, amano le armi e sanno come usarle. Il film è costruito affinché lo spettatore faccia il tifo per loro, nel cinema lo spettatore fa sempre il tifo per le vittime.
L'uscita negli USA era prevista originariamente lo scorso settembre, ma le sparatorie di massa a El Paso, Texas, e Dayton, Ohio, hanno provocato un rinvio. Ovviamente questo ha aumentato l’attesa. Anche Trump aveva twittato qualcosa.
A febbraio, è uscito con una strategia di marketing aggiornata che rifletteva la discussione in corso negli USA. Un trailer più violento presentava lo slogan: "Il film più discusso dell'anno è quello che nessuno ha visto". I cineasti hanno affermato che non prevedevano tanto rumore da un film che contrappone "élite liberal" contro "deplorabili" in una violenta caccia all’uomo.
Le battute sono degli stereotipi pronunciati con una faccia seria, un'opportunità per far dire a un personaggio "il cambiamento climatico è reale", o anche “il diritto a portare armi è garantito dalla Costituzione”
Prende in giro gli ascoltatori liberal bianchi che discutono usando "nero" invece che "afroamericano" . Ricordo ai lettori che per l’America trumpiana “liberal” non significa “liberale” come viene normalmente tradotto. Da noi sono liberali tutti, da Zingaretti alla Meloni passando per Berlusconi e si offendono se non glielo riconosci. In America “liberal” vuol dire “radicale di sinistra”, anzi di estrema sinistra.
La Glilpin è molto divertente, si riprende da vari infortuni in pochi secondi e ha uno scontro uno contro uno davvero notevole con Hilary Swank, capessa cattiva dell'élite. I personaggi incarnano i peggiori stereotipi dei poli politici americani rendendo la divisione americana il più letterale e violenta possibile.
The Hunt prende di mira tutti e non riscatta nessuno. Il che ci riporta indietro da dove siamo partiti: alcune chiacchiere su una nazione divisa e un film non degno di così tante conversazioni ma sempre meno noioso di un saggio di antropologia. Mentre lo guardavo pensavo: Nessuno delle èlite si riconoscerà in questa rappresentazione ma molti dei bifolchi, redneck e patrioti trumpiani ci si riconosceranno eccome.